Da Masseria Melcarne, percorrendo la strada verso Trepuzzi, dopo un paio di chilometri incontriamo Masseria Ghietta, una delle 16 che una volta facevano parte della cosiddetta Platea di Cerrate. Anche per questo edificio la storia comincia nel XVI secolo. E’ caratterizzato dalla classica e massiccia torre centrale, attorno alla quale si sviluppano i vari ambineti e recinti. La torre era dotata di un ponte levatoio, dal quale si accedava al piano nobile.
Tutta la struttura era sorvegliata da un sistema di camminamenti che si sviluppava proprio sul corpo di fabbrica centrale. Una volta questa masseria era riportata col nome di Celonisi Grande e nel 1710 entrò in possesso della Regia Corte, per poi essere acquistata dal leccese Angelo Sementi.
La terra intorno a questa masseria era circondata da olivi, che costituivano la parte principale del lavoro per i suoi contadini. La corte interna, infatti, ospita un grande frantoio ipogeo, attraverso il quale si produceva l’olio da esportazione.
La masseria era dotata anche di un grande forno, capanne per gli attrezzi e i lavoratori, le “chiusure” ed un giardino per gli alberi da frutto. Oggi, la strada provinciale taglia in due l’insediamento, ma non ha tolto niente al fascino di questa antica dimora di lavoro, che conserva ancora una graziosa chiesetta, purtroppo rimaneggiata dal passare dei secoli e dall’abbanodono.
Una passeggiata in questo luogo e fra questi campi ritempra lo spirito attraverso la pace dei suoi olivi.