Scavando nel passato di Masseria Melcarne, affiorano i particolari della sua storia recente.
Com’era la masseria nel secondo dopoguerra e negli anni successivi al boom economico? Sul finire degli anni ’60, il luogo del cuore della famiglia Leo (originaria di Lecce), era ancora popolato da un gruppo di coloni che vivevano a stretto contatto con gli animali, in condizioni igienico-sanitarie precarie, sprovvisti di corrente elettrica, e costretti ad attingere l’acqua dal pozzo. Gli abitanti della masseria agognavano il trasferimento in città, o nei paesi più vicini, dove di lì a poco avrebbero potuto usufruire di servizi primari, lasciandosi definitivamente alle spalle un’esistenza arcaica e selvaggia.
Nel 1967, l’avvocato Raffaele Leo, affascinato dalla bellezza della torre, decise di acquistare la masseria, inserita in una vendita all’asta. “All’epoca – racconta il figlio Francesco, attuale proprietario dell’agriturismo – era disponibile il nucleo centrale della vecchia tenuta, che però non faceva gola a nessuno, trattandosi di terreni di scarso pregio, molto pietrosi e per nulla fertili, utilizzati principalmente per la pastorizia. I pochi alberi di ulivo della zona erano circondati da una fitta macchia mediterranea… sulla terra brulla pascolavano mucche e greggi di pecore, come testimonia la presenza degli ovili, oggi ristrutturati”.
L’istinto dell’avvocato Leo ebbe la meglio, dimostrandosi nel tempo lungimirante. Trascorsero però degli anni prima che il nuovo proprietario, subentrato al trepuzzino Paolino Bianco, mettesse mano al complesso fortilizio per dargli una nuova immagine e dunque una nuova vita.
Nel frattempo, Raffaele Leo, su quei terreni aveva avviato un’azienda agricola, puntando sulla produzione dell’olio di oliva. Dal 1987, è il figlio Francesco ad occuparsi in prima persona dell’attività olearia, che ha registrato numerosi miglioramenti fondiari, con un’imponente crescita degli ulivi: dai 2000 esemplari iniziali, oggi Masseria Melcarne conta più di 10mila alberi d’ulivo distribuiti su oltre 60 ettari, dotati di impianti di irrigazione a goccia.