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  • San Lorenzo a Masseria Melcarne

    Il 10 agosto, in occasione della festa di San Lorenzo, Masseria Melcarne vi propone uno spettacolo di danza orientale sotto le stelle con la bravissima Leila Asharq (Notte d’Oriente)!

    In programma, pezzi in assolo e in duo, dallo stile classico al folklore, passando dal velo alle percussioni, dal bastone alle ali di Iside: un viaggio suggestivo attraverso la bellezza e la varietà di questa antica e meravigliosa danza.

    Ma l’esperienza di questa magica notte d’oriente non termina certo qui!

    Anche il classico menù di Masseria Melcarne sarà arricchito con pietanze tipiche delle tradizioni culinarie orientali e nord africane…dal cous cous ai crostini con hummus, passando per la famosa ricetta del caviar d’aubergine, vi faremo immergere appieno nelle atmosfere esotiche, offrendo un’esperienza multisensoriale sotto il cielo stellato della campagna salentina.

    Info e prenotazioni 368 958 324melcarne-10-agosto

  • 7 agosto a Masseria Melcarne: venerdì musicale con Reginella e la canzone napoletana

    Ancora un venerdì in compagnia della musica d’autore vi aspetta il 7 agosto, a Masseria Melcarne.

    Reginella è il titolo della serata dedicata alla canzone napoletana nell’ambito degli appuntamenti della Rassegna Musicale di questa estate. Ideato, riarrangiato ed interpretato da Valelson, il duo composto dalla cantante Valentina Madonna  e dal fisarmonicista Alessandro Gazza , il concerto è una vera e propria rilettura dei brani più famosi della tradizione popolare partenopea. Nell’accostarsi a brani ormai entrate nella memoria collettiva come Core ngrato, I ‘te vurria vasà , Era de maggio, il duo propone infatti una rivisitazione personale del repertorio partenopeo classico: le canzoni vengono rilette e rese intense e giocose al contempo, proposte ora in chiave classica ora improvvisate come fossero standards di jazz, mente il ritmo iniziale può diventare, a seconda del brano, o un’habanera incandescente o un valzer travolgente. Un concerto unico, dunque, in cui musica classica e di strada, bel canto e interpretazione s’intrecciano, evocando nell’ascoltatore suggestioni ed emozioni legate a note e melodie senza tempo, appartenenti, ormai, alla memoria collettiva.

    musica-napoletana

  • 31 luglio, serata di emozioni e gusto: la Vie en Rose Duo a Masseria Melcarne

    Il quinto appuntamento con la Rassegna Musicale di Masseria Melcarne si tinge di rosa e vi farà respirare l’atmosfera più romantica che possiate immaginare, quella della città che tutti, almeno una volta nella vita, dovremmo visitare: Parigi!

    Vi aspettiamo venerdì, 31 luglio, a partire dalle 21.00 per cenare accompagnati dalle suggestive note del nostro omaggio alla divina Edith Piaf e alla sua Vie en Rose

    LA VIE EN ROSE.  L’espressione idiomatica francese “voir la vie en rose” ha il suo esatto equivalente nell’italiano “vedere la vita rosa”, nel senso di essere ottimisti e privi di preoccupazioni per il futuro. E’ sull’onda di quest’emozione che nasce l’idea di Valentina Madonna, soprano, di rendere omaggio a Edith Piaf, la più grande interprete del filone realista: una cantante che, con i suoi brani, ha anticipato il senso di ribellione tipico dell’inquietudine che contraddistinse diversi intellettuali della rive gauche del tempo.

    Ripercorrendo il suo percorso biografico, Valelson, il duo composto dal soprano Valentina Madonna e dal fisarmonicista Alessandro Gazza, danno vita ad uno spettacolo assolutamente originale, capace di sorprendere ed emozionare profondamente lo spettatore, tenendo sempre a mente l’incrollabile fede nell’amore e l’ingenuo, tenero ottimismo della Piaf, una donna minuta che cantava l’amore e che aveva bisogno d’amore come dell’aria che respirava.

    vie-en-rose-duo

    Valentina Madonna, soprano
    Interprete di canto jazz, lirico ed etnico, si esibisce su prestigiosi palcoscenici italiani e stranieri, cimentandosi con linguaggi vocali, repertori e autori impegnativi. In giuria nell’ambito di concorsi di canto, partecipa a registrazioni radio-televisive (Rai, Mediaset), è selezionata come solista di formazioni polifoniche corali (Teatro Politeama, Lecce – Linea Blu, Rai 1) ed è presente con i suoi lavori discografici nelle più rappresentative fiere della discografia europea: Bit, Milano; Midem, Cannes; Pop Kom, Belino; Womex, Siviglia.
    Oltre a numerose partecipazioni a compilations, i suoi 3 album sono:
    Zagara, l’eros nella Grecìa Salentina (una raccolta di antiche poesie in griko);
    L’Ora Squisita (un lavoro sulle melodie di Satie, Debussy e Hahn);
    Opera Tango (una selezione di arie del repertorio classico della zarzuela cubana).
    Selezionata quale esperta musicale esterna, ha tenuto, presso numerosi Istituti Scolastici Superiori della provincia di Lecce, diversi boratori didattici all’interno di P.O.N indetti dal Ministero alla Pubblica Istruzione.
    Ha curato l’impostazione vocale lirica con i Maestri: Vanna Camassa, Maria Mazzotta e Carmela Apollonio, perfezionandosi con Jean Pierre Blivet, docente di canto presso l’Operà di Parigi e con il soprano scaligero Wilma Vernocchi, insegnante di lirica presso il conservatorio di Bologna e l’Università di Tokyo; ha studito canto jazz con Donna McElroy (Umbria Jazz Clinics Berklee College Music Boston).
    Laureata in Giurisprudenza presso l’Università degli studi di Parma,, sta per pubblicare il suo primo romanzo, un mistery che ruota intorno al Vocalise Etude En forme de Habanera di Maurice Ravel.
    “Quando canta, Valentina trasmette la sicurezza di un’interprete dominatrice che passa accuratamente tra i registri attraverso un’ emissione progettata, definitiva, versatile, sempre misurata e discreta. La sua emozione e la sua raffinata sensibilità risplendono nell’ affrontare opere liriche diverse, proponendo connotazioni interpretative sempre varie, in grado di far cogliere pienamente all’ascoltatore la passione e la magia della bellezza eterna propria dell’estetica romantica”. Con queste parole, Jose Ruiz Elcoro, pianista e musicologo cubano di fama mondiale, ha definito la sua voce.

    Alessandro Gazza, fisarmonicista, compositore, organista, clavicembalista.
    Sin dalla giovane età si è dedicato allo studio della musica frequentando i corsi di fisarmonica e pianoforte del Centro Didattico Musicale Italiano di Ancona e presso i conservatori di Lecce e Milano. Successivamente si laurea in Fisarmonica, Clavicembalo, Organo e Composizione Organistica, Musica Jazz.
    Artisticamente impegnato, rivolge le proprie attenzioni verso esperienze multiformi e differenziate, quali l’impegno didattico e la direzione del coro del Circolo Culturale “G.Galilei” di Trepuzzi.
    E’ vincitore di 20 primi premi in ambiti di concorsi nazionali ed internazionali.
    Nel 2005 ha ottenuto, nell’ ambito del 4° Festival Internazionale di Fisarmonica di Massafra, il premio speciale per meriti artistici.
    Svolge un’intensa attività concertistica. Ha proposto le proprie interpretazioni in Italia e all’estero (Inghilterra, Filippine, Austria, Jugoslavia, Rep. Ceca, Germania, Albania, Stati Uniti) riscuotendo sempre lusingheri apprezzamenti di pubblico e di critica per le sue doti tecniche ed artistiche.
    Ha registrato presso gli studi Rai di Milano, per il progetto Mise en Abime del compositore iraniano Yuval Avital, in un ensemble strumentale, sotto la direzione di Sandro Gorli e Dario Garegnani, per la produzione teatrale Franco Parenti.
    Attivo, inoltre, come compositore e pubblicista, ha curato un’ edizione di composizioni per fisarmonica (circa 200 brani tra vari generi varietè classica e jazz), nonché dei metodi di studi per lo stesso strumento (Studi di Tecnica, Studi Polifonici per fisarmonica, Studi Elementari per fisarmonica con impiego di alterazioni, Passacaglia, Tema e Variazioni).
    E’ titolare della cattedra di Fisarmonica presso l’Istituto Comprensivo Mazzini di Torre S. Susanna (BR).

  • Domy Siciliano e Luigi Botrugno: lo swing italiano arriva a Masseria Melcarne

    Vi presentiamo il nuovo appuntamento con la Rassegna Musicale dell’estate di Masseria Melcarne!

    Venerdì, 24 luglio 2015, a partire dalle ore 21.00 vi aspettiamo per vivere insieme le emozioni musicali del nuovo progetto della cantante Domy Siciliano e del pianista Luigi Botrugno. A Masseria Melcarne presentano un lavoro sullo swing italiano nato con l’intento di divulgare la musica di autori italiani della prima metà del secolo scorso. Le Canzoni della Fronda, ovvero le canzoni censurate durante il ventennio fascista, fanno capi ad autori impegnati come il milanese Giovanni D’Anzi (sul quale verte la maggior parte del programma), Paola Marchetti (prima autrice donna), Mario Panzeri e Mario Consiglio. Ma oltre che agli autori si rende omaggio anche agli interpreti che hanno portato questi brani al successo: il trio Lescano, le sorelle Marinetti, Alberto Rabagliati, Fedora Mingarelli e il nostro conterraneo Luigi Arigliano.

    La veste musicale data ai brani è quella dello swing italiano, senza trascurare lo stile della canzone classica italiana che tanto successo ha avuto nel mondo

     

    Rassegna-musicale-melcarne

  • Venerdì, 17 luglio: viaggio nella canzone d’autore con Italian Standard

    Un appuntamento da non perdere per tutti gli amanti della musica Jazz…

    La Rassegna Musicale dell’estate di Masseria Melcarne vi aspetta anche venerdì, 17 luglio con l’intrattenimento musicale di Andrea Sabatino e Vince Abbracciante…è o non è l’occasione perfetta per regalarsi una deliziosa serata tra musica d’autore e cucina di qualità?

    In “Italian standard”  – questo il titolo del concerto –  Andrea Sabatino e Vince Abbracciante, vi accompagnano attraverso una sorta di viaggio, suggestivo e coinvolgente, durante il quale sarà ripercorsa la  storia della canzone d’autore italiana.

    Un duo il loro, nato dall’incontro professionale di due musicisti che provengono da esperienze musicali diverse e collaborazioni importanti. Presentano un concerto originale, di notevole qualità espressiva e artistica in cui si fondono il jazz creativo e moderno di Andrea Sabatino con l’eleganza classica e raffinata di Vince Abbracciante, eseguendo alcuni tra i brani che hanno fatto la storia della musica d’autore.

    Italian Standard Masseria melcarne

    Andrea Sabatino nasce il 5 novembre 1981 a Galatina (Le). Inizia lo studio della tromba precocissimo all’età di 5 anni e, seguito dal padre anch’egli musicista, a 9 anni intraprende gli studi musicali presso il Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce sotto la guida del M° Pietro De Mitis.

    E’ nel 1999 che Andrea, appena diciassettenne,  consegue il “Diploma in Tromba” con il massimo dei voti. Successivamente partecipa a vari concorsi e rassegne regionali-nazionali esibendosi come trombettista concertista classico ottenendo consensi unanimi di critica e, nel frattempo, frequenta diversi master class tra le quali quella del trombettista americano Michel Applebaum.

    L’incontro indescrivibile nel 2000 col celebre trombettista Fabrizio Bosso (eletto nel 2000, dalla rivista MUSICA JAZZ, miglior talento italiano dell’anno), porta poi Andrea a lasciare di colpo gli studi classici e a intraprendere da subito quelli jazzistici proprio con Bosso. L’amore oramai nato per il jazz lo porta a seguire diversi corsi e seminari. Partecipa ai seminari estivi di “UMBRIA JAZZ 2001” dove viene premiato come “Miglior talento” e dove registra inoltre un video in “Quintetto jazz” in collaborazione con Radio Capital nel 2002 inoltre frequenta i corsi estivi di “SIENA JAZZ”. Proprio nell’ambito di questi seminari, dimostrando di avere molto talento, suona in ensamble con musicisti come P. Fresu, B. Tommaso, A. Zanchi, G.Tommaso, M. Manzi, E. Fioravanti, R. Sellani, M. Tamburini, R. Cipelli, T. Tracanna. Nel 2003 è selezionato a partecipare al “Premio Nazionale Massimo Urbani”: qui si classifica tra i finalisti e vince una borsa di studio per “NUORO JAZZ 2003”. Ed è proprio nell’estate del 2003, ai seminari di Nuoro organizzati dal celebre trombettista Paolo Fresu, che Andrea è premiato e scelto a prendere parte nel   -Gruppo dei migliori sette allievi del seminario-; con questo “Settetto” nell’estate successiva  suona a Berchidda, in Sardegna, al “TIME IN JAZZ FESTIVAL” organizzato dallo stesso Fresu. Ed è sempre nel 2004 che raggiunge il suo primo “traguardo jazzistico”: consegue il “Diploma in Jazz” presso il Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce sotto la guida del M° Luigi Bubbico.

    Iniziano così per Andrea le prime e vere collaborazioni con musicisti di un certo calibro come  Fabrizio Bosso, Maurizio Giammarco, Gianni Cazzola, Paolo Di Sabatino, Mimmo Campanale, Ettore Carucci, Roberto Ottaviano, Giuseppe Bassi, Alessandro Di Puccio, Stefano “Cocco” Cantini, Salvatore Bonafede, Nico Morelli, Piero Odorici, Massimo Morriconi, Daniele Scannapieco, Arthur Miles, Mario Rosini, Dee Dee Bridgewater, Mario Biondi.

    Nel frattempo alterna la sua attività di trombettista jazz anche con lavori in orchestre in varie trasmissioni televisive RAI come “Sanremo Oscar Tv 2004 – Premio Barocco 2004 – 2005”  ecc. Dal 2005 ricopre il ruolo di tromba solista nell’ “ITALIAN BIG BAND” diretta dal M. Marco Renzi. Ma è nel maggio del 2006  che per Andrea arriva finalmente il debutto discografico a proprio nome per l’etichetta “DODICILUNE RECORDS”: “Pure Soul”, il suo primo disco in quintetto, con Vincenzo Presta (ts), Ettore Carucci (p), Giuseppe Bassi (b), Mimmo Campanale (dm) e con ospite FABRIZIO BOSSO, suo grande amico e maestro.

    Proprio con quest’ultimo inoltre registra, nell’agosto dello stesso anno,  per il nuovo disco di Sergio Cammariere “Il pane, il vino e la visione”. A “Jazz in Puglia Summer ‘06”, a Lecce, apre con i “BERARDI JAZZ CONNECTION” il concerto del trombettista americano  Wollace Roney.  Dal 2007 è ideatore e direttore artistico del ”SALICE JAZZWINE FESTIVAL”.

    Nel 2008, dopo un’accurata selezione, LEARNING TO LY (brano contenuto nel disco PURE SOUL) è scelto e pubblicato su una compilation giapponese “MOONKSTILE” (DIW RECORDS) con distribuzione mondiale. Dal 2009 è direttore artistico di “Suonjmprovvisi”, associazione musicale sita in Salice Salentino.

    Nel 2011 è chiamato a prendere parte al tour di Mario Biondi come trombettista solista.

    Vince Abbracciante Masseria Melcarne

    Vince Abbracciante nasce ad Ostuni il 21 Febbraio 1983. All’età di otto anni intraprende gli studi musicali con il padre Franco e con A. Sanese. Ha studiato e/o frequentato master class con Franco D’Andrea, Bruno Tommaso, Richard Galliano, Joelle Leandre, Steve Potts, Roberto Gatto, Dado Moroni, Jacques Mornet, Gianluca Pica, Rosario Giuliani e si diploma in musica jazz presso il Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli sotto la guida di Gianni Lenoci. Nel 2000 vince il “25° concorso internazionale Città di Castelfidardo” e nel 2003 vince il 53° Trofeo Mondiale di fisarmonica. Dal 2000 è testimonial delle fisarmoniche Borsini di Castelfidardo.

    E’ stato autore ed esecutore delle musiche originali del film “Le Mamme di San Vito” di Gianni Torres, al film e’ stato assegnato il Premio Globo Tricolore 2011 – Brasile/Cinema.
    Si e’ esibito nei cinque continenti: Germania, Brasile, Stati Uniti, Indonesia, Malesia, Tailandia, Singapore, Inghilterra, Austria, Sud Africa, Cina, India, Corea Del Sud, Australia, Nuova Zelanda, Libano, Danimarca, Olanda, Lettonia, Lituania e Canada, esibendosi in festival e jazz club prestigiosi: Virada Cultural (San Paolo), Melbourne Jazz Festival (Melbourne), Queen’s Birthday Jazz & Blues Festival (Wellington), Java Jazz Festival (Jakarta), Esplanade Hall (Singapore), Montreal Jazz Festival, Rochester Jazz Festival, TerniJazzFest, Bari in Jazz, FIF (Castelfidardo), National Arts Festival (Grahamstown), Hong Kong Jazz Festival, suonando con musicisti di spicco: Juini Booth, John Medeski, Marc Ribot, Marvin Bugalu Smith, Stacy Dillard, Tom Kirkpatrick, Flavio Boltro, Carlo Actis Dato, Bruno Tommaso, Giovanni Amato, The Bumps (Davide Penta & Antonio Di Lorenzo), Giuseppe Delre, Roberto Ottaviano, Paola Arnesano, Luca Ciarla, Lucio Dalla, Jenny B, Heidi Vogel.

    Nel 2006 si avvicina alle tastiere vintage, come l’organo Hammond, Farfisa, Rhodes ecc, dando sfogo alla sua vena creativa e psichedelica.

    Nel 2009 progetta insieme a Carlo Borsini un nuovo sistema per il cambio dei registri della fisarmonica, che permette di ampliare la gamma sonora del suo strumento. La nuova fisarmonica, dopo più di un anno di costruzione e progettazione, è stata presentata ufficialmente alla fiera di Francoforte in Aprile 2011. Nello stesso anno gli viene attribuito dal Festival Internazionale di Castelfidardo il prestigioso premio “VOCE D’ORO”, riconoscimento attribuito storicamente a quanti con la loro musica promuovono l’immagine della fisarmonica.
    Nel 2013 viene premiato dal festival ARGOJAZZ di Marina di Pisticci (MT) come “Miglior Strumentista 2013″.

    Richard Galliano, parlando di giovani fisarmonicisti in una intervista pubblicata sulla rivista francese Jazzman, ha detto: “Chi più mi ha impressionato è un giovane italiano, originario della Puglia: si chiama Vincenzo Abbracciante. In ogni brano mi ha imbarcato in una storia e commosso.”

     

  • Nuovo appuntamento con la Rassegna Musicale: venerdì, 10 luglio con gli Organ Mood Project

    Un nuovo, emozionante appuntamento vi aspetta venerdì, 10 luglio a Masseria Melcarne.

    Quando la passione per la musica di qualità si affianca a quella per il buon cibo, la serata non può che essere un successo…

    Questa settimana vi aspettiamo per proporvi qualche ora in compagnia degli ORGAN MOOD PROJECT, il nuovo progetto del chitarrista Andrea Favatano insieme a Vince Abbracciante all’organo hammond e a Francesco Pennetta alla batteria. La grande sinergia che lega i tre musicisti pugliesi propone, nella formula standard chitarra, hammond e batteria, un repertorio in chiave tipicamente hard-bop che spazia dalle composizioni originali di Favatano e Abbracciante ad alcune perle della tradizione americana più ricercata. Il sound caldo, avvolgente e fortemente energico del trio – in cui si fondono la presenza coinvolgente e a tratti aggressiva della chitarra di Favatano e dell’hammond di Abbracciante con il grande swing di Pennetta – rimanda ai grandi jazzisti che hanno reso celebre questo tipo di organico, primi fra tutti Jimmy Smith, Wes Montgomery, Larry Young e Grant Green.

    Organ Mood Project

    Andrea Favatano

    Laureato in Estetica e Filosofia della Musica presso il DAMS dell’Universita’ di Tor Vergata a Roma, consegue la laurea specialistica in Musica Jazz presso il Conservatorio di Musica “Nino Rota” di Monopoli (Ba).

    Studia chitarra con: Fabio Zeppetella, Emanuele Basentini, Guido Di Leone, Alex Milella e Vincenzo Presta, frequentando diversi seminari con artisti del calibro di: Barry Harris, Greg Burk, Jonathan Kreisberg, Frank Gambale, Piotr Wojtasik, Maurizio Colonna, Lucio Ferrara, Antonio Ciacca, Nico Morelli, Andrea Braido e Franco Cerri. Tra le collaborazioni del panorama della World Music, spicca quella con l’Ensemble della Notte della Taranta; tra le collaborazioni e i progetti originali quello con Stewart Copeland, Giovanni Amato, Mauro Pagani, Vittorio Cosma, Guido Di Leone, Giovanni Scasciamacchia, Francesco Angiuli, Michele Carrabba, Gianna Montecalvo, Paola Arnesano, Max Ionata, Martin Jacobsen, Massimo Moriconi, Vince Abbracciante, Vito Di Modugno, Nicola Andrioli, Francesco Pennetta, Dario Congedo, Luca Alemanno, Camillo Pace, Marcello Nisi, Ettore Carucci, Ensemble Notte della Taranta, DJ Gruff, ed altri.

    Oltre che in diverse città italiane, suona in Spagna, Brasile, Svizzera e Portogallo, alternando all’intensa attività concertistica  l’attività didattica insegnando chitarra presso numerose scuole pugliesi.

  • Masseria Melcarne: culla di sapori, storia e tradizione

    La “signora in pietra” svetta tra gli ulivi, osservando dall’alto la campagna del Salento e il Mare Adriatico. Sentinella nei secoli delle invasioni turche, l’antica torre è il simbolo di Masseria Melcarne, azienda agrituristica di proprietà della famiglia Leo.

    Il complesso masserizio, risalente al XVI-XVII secolo,  sorge in agro di Surbo, a pochi chilometri da Lecce, la capitale del barocco. Nero su bianco, un documento del 1653 testimonia la vendita di Masseria Melcarne al barone di Surbo, Giulio Pepe. Un affare da 1636 ducati.

    Nel 1741, la tenuta figura invece tra i beni dei Severini, come un agglomerato di corti, case, giardini e alberi d’ulivo… Terminata la stagione delle incursioni piratesche, il fortino perde la sua funzione difensiva: la torre si ingentilisce attraverso la costruzione di due balconate, diventando un’elegante residenza rurale.

    agriturismo salento

    Lo scorrere del tempo ci porta nella seconda metà del XX secolo: Masseria “Malecarne”, così chiamata dai contadini della zona, è ancora un luogo arcaico e selvaggio, popolato da una comunità di coloni dediti alla pastorizia, che di lì a poco avrebbero lasciato la campagna per raggiungere i vicini centri urbani.

    E’ il 1967 quando l’avvocato Raffaele Leo, incantato dalla bellezza della torre, decide di acquistare la struttura e i terreni circostanti, caratterizzati da una folta macchia mediterranea e dalla presenza di un piccolo uliveto. Un investimento fruttuoso se si considera che, oggi, Masseria Melcarne conta diecimila esemplari d’alberi d’ulivo e un prezioso frantoio.

    olio salento

    La passione per la terra e l’amore per la natura si è tramandata di padre in figlio: dal 1987 Francesco Leo si occupa in prima persona dell’attività olearia, prendendosi cura dei 60 ettari di terreno da cui l’azienda produce ogni anno olio di primissima qualità. Un filo d’oro che esalta i piatti del ristorante di Masseria Melcarne, inaugurato nel 2000. E’ l’inizio di una nuova avventura: nasce l’agriturismo, luogo di sapori e convivialità, nel solco della tradizione.

  • Il Salento: la riscoperta delle masserie e la nascita degli agriturismi

    La parabola delle masserie, intese come sistema produttivo agricolo, ha inizio durante l’Umanesimo e prosegue fino ai primi decenni del XX secolo. Successivamente, con il mutamento del contesto socio-economico, e dunque con la progressiva urbanizzazione e industrializzazione, la funzione delle masserie si è indebolita, per poi svanire del tutto, lasciando l’ologramma di strutture architettoniche spesso abbandonate e inutilizzate. Il tempo e l’incuria hanno fatto il resto: per anni le masserie del Salento hanno mostrato il loro volto solitario, corroso dalle intemperie e dai cedimenti.

    salento masserie

    Gli anni 2000 hanno rappresentato linfa vitale per le antiche masserie di campagna: nuove politiche di valorizzazione del territorio e un forte spirito imprenditoriale (legato alla riscoperta delle tradizioni) hanno consentito il recupero di numerosi complessi fortilizi, trasformati da ruderi fantasma in strutture agrituristiche e ricettive.

    Nel Nord Salento, Masseria Melcarne è il primo esempio di agriturismo, inaugurato all’alba del terzo millennio, che tra l’altro ha innescato un effetto domino positivo su tutta l’area circostante. Il connubio tra sapori, storia, ospitalità e cultura ha dato slancio all’intero Salento, risvegliatosi dopo un lungo periodo di torpore. Attraverso una nuova chiave di lettura, la scommessa sulle masserie si è rivelata un’ottima intuizione per lo sviluppo del territorio. Le opere di ristrutturazione sono il primo tassello di un fenomeno di rinascita che ha aperto le porte a turisti, visitatori e amanti del buon cibo.

    Agriturismo Salento

    La scoperta del Salento passa anche da questi luoghi fortificati, dalle torri di avvistamento e difesa, luoghi da vivere, da esplorare… La Puglia ha puntato sui suoi prodotti tipici, sulla cultura agricola anche attraverso i percorsi delle masserie didattiche che svelano i segreti di questa terra, tramandando i saperi e i sapori della tradizione, simbolo di un’identità che conserva intatto il suo fascino.

  • Lecce, la capitale del barocco protetta da Sant’Oronzo

    Lecce brilla di luce propria, la luce dei suoi palazzi, delle chiese e dei monumenti, forgiati con la pietra leccese. A una decina di chilometri da Masseria Melcarne, il capoluogo salentino si presenta come uno scrigno d’arte, storia e cultura, di bellezze architettoniche che donano alla città una veste scenografica unica.campanile Lecce Piazza Duomo

    Tra i vicoli e sulle facciate trionfa il barocco, che porta la firma di grandi maestri e scultori del calibro di Giuseppe Zimbalo, artefice dell’imponente campanile di Piazza Duomo, che dai suoi 68 metri di altezza domina la città. Inserita tra le tappe imperdibili dell’itinerario leccese, la piazza offre un magnifico colpo d’occhio, mettendo in mostra la cattedrale dedicata alla Vergine Assunta e il Vescovado.

    La religiosità di Lecce è nei suoi simboli, nei luoghi più celebri come piazza Sant’Oronzo, l’agorà dei leccesi che ospita la statua del patrono che salvò gli abitanti dalla peste. In cima alla colonna virgiliana, donata nel XVII secolo dal Sindaco di Brindisi Carlo Stea, il Santo protegge ancora oggi l’intera città… alle sue spalle il suggestivo Anfiteatro Romano, visibile solo in parte, un tempo adibito ad arena di combattimento, oggi contenitore culturale.

    NFITEATRO ROMANO lECCE

    In un crescendo di fregi e decori artistici, a pochi passi da Piazza Sant’Oronzo, spunta uno dei capolavori assoluti del barocco: la basilica di Santa Croce, terminata nel 1689, dopo ben 146 anni dall’avvio dei lavori. La fantasia dei maestri e la duttilità della pietra leccese hanno caratterizzato in maniera specifica il barocco locale, attraverso un’espressione artistica ricca di decorazioni, colonne, cornici e balaustre, frontoni, fiori e putti… Santa Croce ne è l’esempio più rappresentativo, ma l’insieme delle chiese leccesi costituisce senz’altro un unicum nel suo genere (si pensi alla Chiesa di San Matteo, di Sant’Irene e via dicendo).

    Santa Croce Lecce

    Il naturale proseguimento della Basilica è Palazzo dei Celestini, ovvero l’antico convento dei Padri Celestini che nel 1532 commissionarono la costruzione di Santa Croce, il cui nucleo originario sorgeva, nel 1353, sulle fondamenta che circa due secoli dopo avrebbero ospitato il magnifico castello di Carlo V. Ma questa è un’altra storia…

  • Appunti dalla storia recente: l’acquisto della masseria e l’olio

    Scavando nel passato di Masseria Melcarne, affiorano i particolari della sua storia recente.

    Com’era la masseria nel secondo dopoguerra e negli anni successivi al boom economico? Sul finire degli anni ’60, il luogo del cuore della famiglia Leo (originaria di Lecce), era ancora popolato da un gruppo di coloni che vivevano a stretto contatto con gli animali, in condizioni igienico-sanitarie precarie, sprovvisti di corrente elettrica, e costretti ad attingere l’acqua dal pozzo. Gli abitanti della masseria agognavano il trasferimento in città, o nei paesi più vicini, dove di lì a poco avrebbero potuto usufruire di servizi primari, lasciandosi definitivamente alle spalle un’esistenza arcaica e selvaggia.

    Nel 1967, l’avvocato Raffaele Leo, affascinato dalla bellezza della torre, decise di acquistare la masseria, inserita in una vendita all’asta. “All’epoca – racconta il figlio Francesco, attuale proprietario dell’agriturismo – era disponibile il nucleo centrale della vecchia tenuta, che però non faceva gola a nessuno, trattandosi di terreni di scarso pregio, molto pietrosi e per nulla fertili, utilizzati principalmente per la pastorizia. I pochi alberi di ulivo della zona erano circondati da una fitta macchia mediterranea… sulla terra brulla pascolavano mucche e greggi di pecore, come testimonia la presenza degli ovili, oggi ristrutturati”.

    L’istinto dell’avvocato Leo ebbe la meglio, dimostrandosi nel tempo lungimirante. Trascorsero però degli anni prima che il nuovo proprietario, subentrato al trepuzzino Paolino Bianco, mettesse mano al complesso fortilizio per dargli una nuova immagine e dunque una nuova vita.

    Nel frattempo, Raffaele Leo, su quei terreni aveva avviato un’azienda agricola, puntando sulla produzione dell’olio di oliva. Dal 1987, è il figlio Francesco ad occuparsi in prima persona dell’attività olearia, che ha registrato numerosi miglioramenti fondiari, con un’imponente crescita degli ulivi: dai 2000 esemplari iniziali, oggi Masseria Melcarne conta più di 10mila alberi d’ulivo distribuiti su oltre 60 ettari, dotati di impianti di irrigazione a goccia.

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