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  • La torre antica, oggi residenza estiva

    “D’in su la vetta della torre antica…” è il celebre verso di Giacomo Leopardi che torna alla mente osservando il paesaggio dalla torre di Masseria Melcarne, preziosa testimonianza architettonica del XVI-XVII, che svetta tra gli ulivi del Salento, inebriati dalla brezza marina.

    La torre a tre piani, oggi residenza estiva della famiglia Leo, è un eccezionale punto di osservazione: dal terrazzo è possibile ammirare la campagna che si distende a perdita d’occhio fino a raggiungere il mare Adriatico…

    La torre fu costruita per difendere l’intera zona da eventuali attacchi nemici, su tutti quelli dei turchi che in passato misero a ferro e fuoco la Terra d’Otranto. Il sistema delle torri fu studiato e messo in piedi dai costruttori dell’epoca lungo la costa e su una linea immaginaria più arretrata per monitorare dall’alto i movimenti delle imbarcazioni, prevenire gli assedi e munirsi di coraggio per respingere i saccheggiatori.

    A picco sul mare o radicate nell’entroterra, le torri vegliavano come sentinelle sulle genti del Salento. Anche il fortino di Masseria Melcarne, dalle sembianze di un piccolo maniero, nacque con questa finalità; successivamente, nel corso del XVIII secolo furono apportate delle modifiche alle facciate esterne che trasformarono la funzione della torre.

    Spuntarono così due balconi, ad indicare una nuova destinazione d’uso: da quel momento in poi, la torre sarebbe stata un’elegante dimora rurale. Ancora oggi, durante la stagione estiva, è difatti l’abitazione dei proprietari della masseria; all’interno, le antiche scalinate collegano i diversi ambienti: la cucina, le camere da letto…

    Da quelle mura e da quei soffitti costruiti a volta trasuda la storia e riecheggiano le voci di chi ha difeso strenuamente la propria vita e la propria terra.

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  • Masseria Melcarne, storia di un agriturismo a due passi dal mare

    Immersa tra gli ulivi, a tre chilometri dal mare Adriatico, sorge Masseria Melcarne, l’azienda agrituristica della famiglia Leo.

    La torre fortificata, costruita tra il XVI e il XVII secolo con finalità difensive, è il cuore della struttura, adagiata nell’agro di Surbo, a un soffio da Lecce.

    Un atto di vendita risalente al 1653 fa riferimento a Masseria Melcarne: il complesso, si legge nel documento, fu ceduto da Filippo Prato, per 1636 ducati, al napoletano Giulio Pepe, barone di Surbo.

    Una successiva testimonianza scritta, dell’anno 1741, inserisce la masseria tra i possedimenti della famiglia Severini, descrivendola come un insieme di “curti, case, capanne, casino e giardini, con chiusure seminatorie, olivate e vigneti”.

    Nel XVIII secolo, l’edificazione di due magnifiche balconate ha modificato la destinazione d’uso della torre-masseria, trasformandola in una residenza signorile di campagna. Alto circa 15 metri, il fortino è distribuito su tre piani, realizzati con le tipiche volte salentine, e collegati da scale interne fino al terrazzo, impreziosito da quattro pinnacoli angolari.

    Dalla cima della torre, in origine concepita per respingere eventuali assedi, si gode di una vista mozzafiato.

    Ai suoi lati, come sentinelle, svettano due colombaie, a pianta quadrata e dalle estremità merlate, che in scala ridotta rievocano lo stile della torre, simbolo della masseria che un tempo i contadini del posto chiamavano “Malecarne”.

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