A circa tre chilometri a ovest di Masseria Melcarne, nascosta in un oliveto e molto lontana dalle strade percorribili, si trova una straordinaria testimonianza della cultura agricola di questo territorio, che è anche un unicum assoluto per tutta la Terra d’Otranto: la pagghiara più antica che si conosca!
Per un vero miracolo è rimasta in piedi, anche se una parte del tetto ha ceduto, ma non presenta danni strutturali, quindi può essere ancora tutelata. Sull’architrave d’ingresso reca, accanto ad una croce, l’incisione della data che l’ha consegnata alla storia: anno 1441! Con un anticipo di almeno duecento anni sulle più antiche strutture rurali che si conoscevano (peraltro diroccate), a testimonianza dell’antica frequentazione di queste campagne, animate da contadini che si dedicavano agli oliveti e ad altre coltivazioni.
Una visita in questo luogo permette di capire come questi uomini riuscissero a rendersi indipendenti e abitassero stabilmente qui, lontani dalle città: accanto alla pagghiara infatti si nota una grande cisterna per la raccolta delle acque piovane. Vi era un sistema di canalizzazione che convogliava la pioggia dal tetto dell’abitazione fino in questo centro di raccolta, con una sapienza idraulica degna degli antichi Romani. Il tetto non sembra simile a quello della pagghiara classica: si notano travi in legno che probabilmente risalgono a quel periodo, infatti il materiale è quasi cristallizzato! Sopra le travi era stato creata una struttura coibentata che impediva all’acqua di penetrare nella casa, canalizzandola quindi nel serbatoio sottostante. All’interno della casetta c’è uno stipo ricavato nella muratura e si notano ancora l’imbotto dove alloggiava la porta dell’abitazione. Oltre ad altre croci, il segno di fede che non mancava mai, nelle lande solitarie, allora come oggi, di questo piccolo paradiso di campagna.